Chiunque abbia giocato a pallavolo nell’ultimo mezzo secolo ha conosciuto o ha sentito parlare almeno una volta di Luciano Bratti. A gennaio di quest’anno, dopo quaranta lunghi anni, il nostro presidente provinciale ha ceduto il posto al nuovo eletto Alessandro Fortini, per concedersi il meritato riposo e le attenzioni di sua moglie Fosca. Una mattina di qualche settimana fa ho suonato al campanello di Luciano, sono entrata, ho bevuto un bicchier d’acqua e poi gli ho chiesto di raccontarmi la storia della sua vita.

 

La casa di un presidente così longevo straripa di ricordi: fogli, targhe, menzioni d’onore, rassegne stampa, coppe e chi più ne ha più ne metta. L'ultima arrivata, consegnatagli dall'assessore allo Sport Simone Merli in occasione dell'apertura della stagione sportiva della 4Torri, è già appesa accanto alle altre. Ci siamo accomodati al tavolo del salotto, su cui alcuni appunti erano già pronti per essere sbirciati all’occorrenza. Sua moglie Fosca, dopo avermi salutata, si è raccomandata: “Adès però brisa tacar da quand l'è rivà Garibaldi, ah?! Parchè sinó a fen gnir scùr!”. 

 

Luciano ha esordito dicendo: “Non è che abbia combinato molto nella vita sai?”. Con un passato da studente di odontoiatria, consigliere comunale, vigile urbano, membro della segreteria provinciale del partito comunista, dirigente della 4 Torri Ferrara e presidente fondatore della Fipav provinciale io non utilizzerei certo questa frase. Ma la modestia non è una malattia da cui si guarisce. La prima parte della sua vita, ad ogni modo, è stata contrassegnata dall’impegno verso il ciclismo. “All’epoca era appena stato inaugurato il motovelodromo. Io facevo parte della UISP, nella quale ero stato mandato per trovare nuovi fondi e saldare i debiti che erano stati fatti prima del mio arrivo. Dopo aver faticosamente recuperato le finanze e saldato i debiti, ho cominciato ad organizzare eventi di ciclismo nazionali ed internazionali. Ad alcuni eventi c’erano anche 300 corridori. Nel frattempo, mio figlio Sandro (Alessandro Bratti, ndr.) giocava nelle giovanili della SPAL, in porta. Era bravo, a mio parere”. 

 

Il figlio Alessandro Bratti, ex azzurro della Nazionale Juniores dal 1975 al 1980 ed ex giocatore della Granarolo e della Dondi Ferrara tra il 1980 ed il 1988 (ora vicepresidente della 4Torri Volley), è stato la ragione principale per cui Luciano si è avvicinato al mondo della pallavolo. “Un giorno, passando per San Luca, Sandro ha visto i suoi amici giocare. Gli ho detto ‘Vai anche tu!’ e così ha iniziato la sua carriera da giocatore. All’epoca la pallavolo era uno sport snobbato da tutti, si riteneva che fosse una disciplina più femminile che maschile. Dopo tante sue richieste, ad un anno di distanza da quel giorno ho assistito ad una sua partita. Così mi sono innamorato della pallavolo”. Spinto dalla passione del figlio, Luciano ha preso parte al direttivo della 4Torri, prima come direttore sportivo, poi come amministratore. “Mi occupavo di raccogliere i soldi per pagare i giocatori. Non era facile, mi sono state chiuse tante porte in faccia, non ci dormivo la notte. Ma alla fine i giocatori sono sempre stati contenti di come sono stati trattati”.

 

La richiesta di passare alla gestione della Fipav è stata avanzata alcuni anni dopo da Cesare Camerani, attuale segretario provinciale, quando Luciano aveva 49 anni. “In quegli anni, la Fipav era gestita praticamente solo dagli arbitri. Si occupavano di tutto loro: dei comunicati, delle designazioni, delle decisioni da prendere. Io per prima cosa ho preso in mano la situazione economica. La Fipav aveva la sede in uno sgabuzzino di via Ercole D’Este: a parte una scrivania, non c’erano nemmeno i mobili. Ho cominciato a comprare tutto quello che ci sarebbe potuto servire per lavorare meglio, tagliando le spese inutili ed investendo nei primi computer e nelle prime stampanti. Il presidente nazionale dell’epoca ci teneva ai rapporti con le province, così io creai il comitato provinciale. Ogni tanto cambiavo i componenti, per trovare le persone più adatte ed oneste. Camerani e Roversi sono stati la mia fortuna - continua Luciano - con Cesare in particolare ho avuto un rapporto fraterno. Dal punto di vista amministrativo era ed è ancora bravissimo, un uomo molto onesto”.

 

L’onestà e la volontà di coinvolgere i ragazzi dal punto di vista educativo sono stati i valori che Luciano ha perpetrato per tutta la durata del suo incarico. In quarant’anni di presidenza non si è mai risparmiato ed ha partecipato a tutte le manifestazioni pallavolistiche aperte al pubblico ed ai genitori, per stimolare le società a credere nelle potenzialità educative di uno sport così genuino come la pallavolo. “L’ho sempre detto: tutti noi, sia il comitato che le società, dovevamo preoccuparci solo di portare ragazze e ragazzi a giocare. Mio figlio mi ha insegnato che la pallavolo è un percorso formativo di grande valore: ti insegna a convivere con un gruppo, ad essere leale e sensibile. Da quando ho letto il tema di Sandro in cui ha scritto queste parole, la sua filosofia è stata il mio cavallo di battaglia. Ho sempre lavorato in questa direzione, e forse sono riuscito a combinare qualche cosa”. Sull’onda di questo pensiero, la federazione ferrarese ha cominciato a coinvolgere le scuole della provincia, finanziando negli anni numerosi progetti. “Tutto quel che avevamo in più, lo investivamo per pagare allenatori che andassero ad insegnare la pallavolo nelle scuole. Abbiamo fatto tante buone cose, di cui vado fiero”.

 

L’ultima domanda che ho fatto a Luciano è forse la più difficile a cui rispondere. In tutti questi anni, qual è il ricordo più bello legato alla pallavolo? “Ce ne sono tanti, tantissimi. Ma uno su tutti è questo: nel 2000, quando lavoravo già da tanti anni per migliorare la nostra federazione, sono stato premiato con un regalo bellissimo. La federazione nazionale mi ha invitato a Sydney in occasione delle olimpiadi, cosi sono partito assieme alla delegazione italiana. C’era da perdersi! Ho guardato tante partite di pallavolo, tanti incontri di altri sport, potevo entrare dappertutto. E’ stata una esperienza unica e bellissima”.

 

Uscendo da casa di Luciano Bratti mi sono sentita felice, felice di aver potuto ascoltare la storia di un uomo che si è dedicato per tanti anni ai giovani con tutto questo impegno. La pallavolo, in fondo, non è altro che questo: una passione che dura tutta la vita e non passa mai.

 

Credit foto: LoSpallino.com, Geppy Toglia.

Anche quest'anno sta per ripartire l'attività provinciale dedicata al beach volley.

Durante il corso della stagione verranno organizzate, come di consueto, alcune manifestazioni tra le quali: tornei dedicati alle categorie Under, allenamenti di selezione dedicati agli atleti nati negli anni 2000/2001 e 2002/2003, meeting di beach volley ed allenamenti per ragazzi e ragazze. Verrano poi successivamente organizzati anche tornei nazionali e Collegiali sulla sabbia.

 

Il primo appuntamento è fissato per venerdì 8 dicembre: durante la giornata verrà effettuato un allenamento di selezione per tutti gli atleti/e tesserate FIPAV nelle società del territorio nati dal 2000 al 2003.

La selezione si terrà dalle ore 10 alle 12:30 presso il centro sportivo DOCK SPORT VILLAGE di Ferrara (Via del Commercio 32).

Per partecipare all’allenamento è necessario comunicare la propria presenza compilando il modulo di iscrizione ed inviandolo all'indirizzo mail beachvolleyferrara@gmail.com

 

Modello iscrizione Selezioni provinciali Beach Volley 17/18

 

L'appuntamento successivo, previsto per mercoledì 27 dicembre 2017 a partire dalle ore 10:00 (sempre presso Il Dock Sport Village), è costituito da un torneo Under che prevede le seguenti categorie di gioco:

3x3 under 14 (2003/2006)

2x2 under 16 (2002/2003)

2x2 under 18 (2000/2001)

Il torneo sarà sia maschile che femminile; in base alle iscrizioni sarà comunicato l'orario preciso di gioco. Per iscriversi è necessario chiamare il numero 3474572271, comunicando il nome della squadra ed il nome e cognome degli atleti partecipanti al torneo.

 

L'ultimo degli appuntamenti attualmente in programma è il collegiale di beach volley, previsto per il 3 gennaio 2018 alle ore 10. Durante la giornata verranno effettuate una doppia seduta di allenamento ed un corso teorico sulle regole del beach volley per i ragazzi del 2002 e del 2003.

Chi volesse conoscere questo sport può comunque contattare il responsabile provinciale FIPAV per avere maggiori informazioni (ERICA - 3474572271).

 

Se non siete ancora molto attivi sui social network, questo è il momento giusto per cambiare idea! Dalla collaborazione tra la Federazione Italiana Pallavolo e la nota casa produttrice di elettronica Samsung è nato il progetto "Samsung Fair Play". Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme!

Samsung Fair Play è un concorso utile ad assegnare alle associazioni pallavolistiche di tutta Italia nuova attrezzatura sportiva. Il progetto si basa su una piattaforma online (questa) in cui gli utenti, una volta registrati, potranno acquisire dei punti attraverso il completamento di “missioni” social tipo “condividi foto su Instagram”, “commenta un post su Facebook”, “metti like ad un video” e così via. I punti accumulati saranno devoluti dagli utenti alle Associazioni Sportive iscritte alla FIPAV.

A cosa servono i punti? A vincere un sacco di premi legati al mondo del volley! Per vincere i premi migliori occorrerà un vero gioco di squadra in cui tutti, dagli atleti, ai supporter, ai familiari, svolgeranno missioni e accumuleranno punti per il bene comune della propria associazione.

Insomma, cosa bisogna fare per cominciare a giocare?
1. Andare al link https://samsungfairplay.samsung.it/Squadra/FairPlayLand
2. Iscrivere l'associazione gratuitamente seguendo le istruzioni
3. Invitare tutti ad iscriversi e raccogliere punti da donare alla propria associazione.

Non resta che iniziare!
“ Sii sportivo, competitivo e non dimenticare il Fair Play!”

Progetto Fair Play - Istruzioni

La commissione Beach Volley del Comitato Regionale Emilia Romagna, in accordo con la Federazione Italiana Pallavolo, ha emesso un bando di ammissione ad un corso nazionale per maestri di beach volley.

Il corso, che si svolgerà sabato 2 dicembre e domenica 3 dicembre, si propone di: V
- verificare le capacità tecniche dei partecipanti, i quali dovrebbero essere in grado di offrire ai loro allievi un modello esecutivo accettabile;
- definire le caratteristiche tecniche ed esecutive dei vari fondamentali e sistemi di gioco;
- 
definire le esercitazioni e le progressioni didattiche più idonee a favorire l’apprendimento dei 
fondamentali;
- preparare i Maestri a seguire squadre di livello non agonistico o giovanile. 


Sarà possibile iscriversi inviando una mail a beachvolley@fipavcrer.it entro il 27 novembre 2017. Il corso si svolgerà a Pozza di Maranello (MO).

Le principali tematiche approfondite all’interno del corso saranno:

- Regolamento ufficiale
;
- Apprendimento e sviluppo motorio del Beach Volleyball
;
- Programmazione ed organizzazione di un Piano Annuale di Allenamento;
- Tecnica ed apprendimento dei fondamentali di base
;
- Struttura ed organizzazione dell’allenamento;
- Struttura ed organizzazione delle esercitazioni
;
- Tattica di base
;
- Organizzazione e direzione della squadra.

Di seguito è possibile prendere visione del bando e della domanda di ammissione.

Corso Beach Volley Pozza di Maranello dicembre 2017

Modulo d'iscrizione corso Maestro di Beach Volley

“Se ci sediamo per terra e cominciamo a giocare, allora siamo tutti uguali”. Così ha esordito Mirco Sivieri, responsabile del settore giovanile del Copparo Volley, quando abbiamo cominciato a parlare. Perché per giocare a sitting volley (o pallavolo paralimpica) non servono tante regole. Si gioca sei contro sei in un campo di sei metri per dieci. E’ proibito alzarsi o saltare ed è necessario rimanere a contatto con una parte del proprio corpo al suolo durante l’intero svolgimento dell’azione. Ecco tutto.

Il sitting volley, promosso dalla federazione nazionale ormai da alcuni anni, si è sviluppato molto velocemente in tutta Italia. In questa fase di grande crescita, Copparo ha scelto di mettersi in gioco dando la possibilità a quindici ragazzi disabili di cominciare a giocare. “Ci sono diverse disabilità all’interno della nostra squadra. Abbiamo cominciato a collaborare con due cooperative che si occupano di assistere ragazzi con diversi gradi di difficoltà e ne siamo molto fieri. La nostra è una iniziativa prima di tutto etica, oltre che sportiva”.

Dopo un primo anno dedicato alla sperimentazione del progetto, Mirco ed il suo staff hanno cominciato a lavorare sul serio, insegnando ai ragazzi le basi dello sport e provando a farli stare in campo in autonomia. “E’ una disciplina molto faticosa, i ragazzi si divertono e si muovono tantissimo. Al momento non siamo pronti per affrontare un campionato, ma organizziamo piccole manifestazioni coinvolgendo le ragazze della nostra società. L’obiettivo è quello di vedere i ragazzi schierati in campo per un sei contro sei: speriamo di riuscirci entro la fine di quest’anno”.

Al momento, Copparo è l’unica struttura che offre la possibilità di allenarsi in tutta la provincia. La speranza è quella di promuovere al meglio questa disciplina e coinvolgere il più possibile i ragazzi, per aiutare l’inserimento nel mondo sportivo di tutti coloro che vogliono sentirsi parte di una squadra. “Spero che prima o poi le altre società possano essere nostre ospiti e possano far giocare le loro ragazze contro la nostra squadra. Lo ripeto ancora: se ci sediamo a terra, le differenze non esistono più”.

Almeno una volta nella vita, ogni pallavolista ha pensato tra sé e sé di diventare allenatore. Come si intraprende questa carriera? Quanto è difficile cominciare ad allenare sul campo? Come si accumula la giusta esperienza per poter far fronte ad ogni situazione? Abbiamo provato a rispondere a questi interrogativi con Renzo Roversi, consigliere provinciale Fipav e referente per la commissione di lavoro dedicata agli allenatori.

Partiamo con una premessa dovuta. Non è necessario essere stati giocatori per poter allenare una squadra di pallavolo. Certamente conoscere le regole aiuta, ma sono ammessi ad allenare tutti coloro che lo desiderino e siano pronti a sostenere il primo corso di abilitazione. Inoltre, gli studenti delle facoltà universitarie di scienze motorie, i diplomati ISEF e i laureati in scienze motorie, possono richiedere l'abilitazione senza dover sostenere l'esame da allievo allenatore (Maggiori informazioni qui).

Una volta presa la decisione di diventare allievo allenatore, è sufficiente fare richiesta al proprio comitato provinciale. "Se riusciamo ad ottenere nel corso dell'anno almeno 15 adesioni, organizziamo il corso di allievo allenatore. Il corso si svolge secondo moduli stabiliti a livello nazionale, per approfondire uniformemente gli stessi argomenti in tutta Italia. Come comitato provinciale, ci impegniamo a mettere a disposizione alcuni allenatori di peso sul panorama nazionale che dirigono il corso, affiancati da altri ospiti". L'aspirante allievo allenatore sostiene un esame teorico, che una volta superato è utile ad allenare le squadre provinciali giovanili di categoria (2^ - 3^ Divisione e campionati "under"). "A distanza di un paio di anni circa l'allievo allenatore potrà frequentare il corso per diventare allenatore di primo grado. Così facendo, potrà allenare in tutti i campionati provinciali, 1^ Divisione compresa. Nel frattempo, potrà acquisire il primo livello giovanile, che gli darà accesso come secondo allenatore alle categorie regionali". I corsi per ottenere la qualifica di allenatore di secondo e terzo grado, infine, sono gestiti dalle federazioni regionali e nazionali e permettono di poter allenare nella massima serie.

Il nostro comitato non soffre della carenza di allenatori: sono tanti i ragazzi che si cimentano nella fatica quotidiana della gestione di una squadra. Per aumentare il livello qualitativo della pallavolo della nostra provincia è quindi necessario fare il massimo per aiutare gli allenatori a crescere. "Una volta fatto il corso da allievo allenatore ed ottenuto il tesserino, allenare non è così facile. Servono esperienza e qualificazione. Noi puntiamo molto sulla qualità: per questo, all'interno del nostro comitato provinciale, stiamo studiando alcuni progetti utili a far accrescere le capacità tecniche degli allenatori. Se la qualità di chi allena si alza, anche il livello di gioco provinciale cresce".

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